94

Agostino Ciampelli
(Firenze, 1565 - Roma, 1630)

Ritorno dalla fuga in Egitto

Olio su tela
cm. 120x93

Expertise del Prof. Sandro Bellesi. 

" L'opera,in buono stato di conservazione, illustra, all'interno di un paesaggio silvestre prossimo alla notte, un gruppo costituito da tre personaggi identificabili, in chiave iconografica cristiana, come la Sacra Famiglia. Posta quasi al centro della composizione si erge, sovrastante sulle altre, la figura di Maria che, in abiti da viandante, sta porgendo al piccolo Gesù una ciotola di cibo. Poco distante da madre e figlio è visibile, in leggera penombra, un uomo di età matura identificabile con san Giuseppe, seduto su un dosso roccioso, descritto in atto di togliere vivande da una sacca. Una luce dorata proveniente da una fonte imprecisata irradia sacralità alla Vergine e al figlioletto, veri protagonisti della scena, che, con il loro fulgore,prevaricano simbolicamente il buio incombente nel paesaggio, ovvia metafora cristiana allusiva alla vittoria della luce sulle tenebre, ovvero al trionfo del Bene sul Male. Grazie alla cura riservata alla descrizione delle figure e al loro abbigliamento, allo sfondato paesaggistico e agli elementi di contorno è possibile riconoscere nella scena illustrata il cosiddetto Ritorno dalla Fuga in Egitto, tema iconografico che, seppur abbastanza raro, godette di un certo interesse artistico in età barocca. La storia, consequenziale alla fuga in Egitto di Maria e Giuseppe per mettere in salvo il piccolo Gesù dalla furia omicida di Erode, illustra una delle soste effettuate dalla Sacra Famiglia durante il loro rientro in patria.

I particolari caratteri tipologici dei personaggi e i dati stilistici ed esecutivi inducono ad assegnare l'opera, proveniente dalle raccolte di una nota famiglia nobiliare fiorentina, al catalogo autografo di Agostino Ciampelli, uno dei migliori artisti toscani attivi nel primo Seicento a Roma.[...] 

L'opera,che rappresenta un'importante acquisizione al catalogo pittorico di Ciampelli,mostra un linguaggio erudito nel quale si armonizzano alla perfezione echi della lezione naturalistica fiorentina dell'ultimo Cinquecento e richiami alla pittura romana primo-seicentesca legata soprattutto alle sperimentazioni dei maestri emiliani. Il tono veristico nella descrizione della scena, la decantata definizione dei personaggi, l'attenzione riservata ai dettagli e il puntuale dosaggio dei chiaroscuri denotano, come altre opere dell'artista,assonanze stringenti con le correnti naturalistiche fiorentine fine-cinquecentesche legate all'attività estrema di Santi di Tito e alle sperimentazioni di Jacopo da Empoli e interessi, tipicamente romani, rivolti alla realtà umana di eco caravaggesca uniti a richiami classicisti deferenti al linguaggio del Domenichino.

Opportunamente rapportabile nella definizione delle figure a opere come la Sacra Famiglia a lavoro in collezione privata (S. Andreoni, Opere inedite di Agostino Ciampelli e una collaborazione fiamminga, Firenze, 2020, p. 9 fig. 8), le Esequie di Michelangelo nel Museo di Casa Buonarroti a Firenze e Tobiolo e l'arcangelo Raffaele a San Michele Arcangelo a Rovezzano (S. Bellesi, Catalogo,op. cit.,II, p. 136 figg. 269 e 271), la tela, nella quale non appaiono più evidenti tracce della cultura tardo-manierista, presenta caratteri tipici della pittura romana di età pre-barocca, trovando una sua collocazione cronologica adeguata alla seconda metà degli anni venti del Seicento."

Estratto dall' expertise del Prof. Sandro Bellesi. 

 

€ 40.000,00 / 50.000,00
Stima
Offerta Libera
Invenduto
Valuta un'opera simile