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Scuola Bolognese, XVII sec.

Processione per la peste a Bologna

Olio su tela
cm. 90x160

Cornice in legno dorato coeva. 

Bibliografia: 1966, Alessandro Parronchi, Per un probabile “Severo Asensio”, estratto da Atti e Memorie della Accademia Clementina di Bologna, Vol. VIII. 

La veduta quasi onirica, dai toni insieme plumbei ed ambrati della città di Bologna, desolatamente spopolata dal flagello della peste, si richiama con evidenza a quella eseguita da Guido Reni nel 1631-1632 entro il magnifico stendardo processionale, il Pallione del voto o Pala della peste (olio su seta, 382x242 cm.), attualmente custodito presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna. Nel nostro dipinto sono raffigurati una processione di  incappucciati, sacerdoti, religiosi, probabilmente appartenenti alle Confraternite bolognesi di Santa Maria della Morte e di di Santa Maria della Vita, dediti alle vittime del morbo, pietosamente  raccolte e deposte dai carri in bare. I bianchi incappucciati sorreggono fieri e devoti un quadro dentro il quadro; compare infatti nel dipinto uno stendardo votivo  processionale, prezioso nelle sue ricche bordature, entro cui spicca un’ulteriore veduta della città di Bologna, posta sotto la Madonna con Bambino e un Santo, circondata da ovali con Santi e recante, nell’ampia fascia smerlata in basso, stemmi cardinalizi e lo stemma della città stessa. Alessandro Parronchi dedica un intero fascicolo a questo frammento di pala d’altare e ad un altro (originariamente posto sopra di esso) con La Madonna con il Bambino (da cui il Santo sulla destra risulta letteralmente tagliato fuori), già venduto presso la Galleria Pananti, Firenze (Asta 106, Lotto 220, Aprile 2015, con attribuzione a Severio Asensio,desunta dallo stesso scritto del Parronchi) ed appartenente alla stessa pala. Il frammento già passato in Asta Pananti, probabilmente appartenente al Parronchi stesso, sembra essere la raffigurazione in grande della medesima Madonna con Bambino e Santo riportata in piccolo proprio nello stendardo processionale che compare nel nostro frammento. Oltre a tale documentazione, disponiamo in copia del fascicolo Per un probabile “Severo Asensio” conservato da Vasco Pratolini, con una significativa dedica del Parronchi ed una notazione manoscritta  sotto il titolo del fascicolo. In alto a destra si legge infatti “A Vasco, mecenate, il suo Petronio, Sandro/ Firenze, 9 Gennaio 1967”, mentre sotto il titolo si legge, scritto a penna: “e un sicuro Francisco Goya”. Esiste una densa corrispondenza tra Parronchi e Pratolini riguardante questo dipinto; essa è tutta imperniata sull’intuizione del Parronchi, che oggi diremmo suggestiva ma difficilmente condivisibile, secondo cui si tratterebbe de “il capolavoro del giovane Goya” (si vedano le lettere datate - Firenze - 17 Novembre 1964, così come le lettere del 22 Novembre 1964, 23 sera Novembre 1964, 24 sera Novembre 1964, 13 Dicembre 1964).

Lettere e documentazione fotografica fornibili in copia.

€ 3.000,00 / 5.000,00
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