Firma in basso a destra. Sul verso: ad inchiostro: "Caro signor Enrico - aspetti a farla vedere, che sia / verniciata, così è diversa da quello che deve essere. / Vedrà poi. A presto con affetto suo O. Ghiglia."; etichetta Collezione Enrico Checcucci. Etichetta Galleria Pesaro, Milano.
I quattro dipinti qui proposti in catalogo rappresentano un nuovo e significativo
contributo al “corpus” delle opere di Oscar Ghiglia; appartenuti a una nota famiglia
fiorentina, legata al pittore sin dai tempi del suo soggiorno a Castiglioncello, sono
rimasti sino a oggi praticamente sconosciuti.
Natura morta con violino si conosceva, sino a oggi, soltanto attraverso un’immagine
in b/n riprodotta sul catalogo della Mostra personale dei tre Ghiglia tenutasi alla
Galleria Pesaro (Fig.4), dove il dipinto fu esposto nel febbraio del 1929.
Eseguita intorno alla metà degli anni ‘20, questa bellissima natura morta si colloca al
fianco di opere fondamentali come Vecchio poncho (Fig.5) e La cinese (Fig.6)
(anch’essa presente all’Esposizione milanese) per l’analoga organizzazione della
partitura prospettica, fortemente scorciata per mezzo del punto di vista rialzato sulla
diagonale del tavolo,in una fase di fertilità creativa che consente a Ghiglia di dar vita
a opere articolatissime, spesso di grandi dimensioni, concepite come architetture di
oggetti sospese in un’atmosfera attonita, eppure palpitante per l’elettrica motilità del
colore.
Da un cartiglio autografo apposto sul telaio si apprende che il dipinto fu ceduto da
Ghiglia al collezionista Enrico Checcucci, suo caro amico e promotore della mostra
del ‘29, per cui scrisse la nota introduttiva al catalogo.
Scheda a cura di Leonardo Ghiglia.