ANTIQUARIATO, AUTORI DEL XIX E XX SEC - I

125

Vincenzo Gemito
(Napoli, 1852 - 1929)

Pescatorello

Scultura in bronzo
cm. 130x60
Poggiante su base circolare. Firmato sullo scoglio.

Fu in occasione della partecipazione all’Esposizione Nazionale di Belle Arti a Napoli e al Salon parigino, nello stesso anno, il 1877,  circostanza in cui Alphonse Goupil iniziò ad interessarsi all’opera di Vincenzo Gemito, che venne esposto per la prima volta, con grande successo, il  Gran pescatore o Pescatore napoletano, detto poi per convenzione Il Pescatorello.

Questo straordinario bronzo a grandezza naturale, sorta di apoteosi antiaccademica di un fanciullo del popolo, acerbo adolescente colto in un attimo vivido e guizzante di vita semplice e vera, venne ripresentato all’Esposizione Universale parigina nel 1878; fu per l’opera l’inizio di una lunga serie di premi e importanti riconoscimenti internazionali. Essa divenne icona della più tipica arte di Gemito nella sua fase anticlassica. Il bronzo si impone per il suo prorompente istinto verista, scevro da ogni tendenza idealizzante, animato da un sentimentalismo ed una sensualità veraci. A testimonianza del suo particolare prestigio, ancora nel 1909 fu commissionato a Gemito un ulteriore esemplare di questo fortunato bronzo da Elena di Orléans Duchessa d’Aosta per la Regina Margherita di Savoia.

Il modello in gesso per la fusione, anteriore al 1876, si trova attualmente conservato presso il Museo di Capodimonte a Napoli, dove è esposto anche un esemplare in bronzo, privo del basamento sottostante la roccia dello scoglio, presente invece - e identico al nostro - nell’altro famoso esemplare conservato presso il Museo del Bargello a Firenze.

                L’opera qui proposta, derivante con probabilità dal modello originale e dunque “tecnicamente” non mera copia, si distingue dagli esemplari musealizzati, oltre che per un’evidente minore definizione di taluni particolari, come le maglie del retino stretto al ventre del giovinetto o le sue ciglia, anche per alcune significative varianti, come il posizionamento della canna da pesca e i granchiolini che si affacciano dalla reticella posta fra i piedi del Pescatore. La firma, presumibilmente apocrifa e in stampatello, è apposta con graffito sulla cera e non risulta di fusione. Dettagli costruttivi come l’innesto delle due parti della canna da pesca, la patina e le consunzioni del bronzo lasciano supporre una data di esecuzione intorno al primo quarto del Novecento.


€ 15.000,00 / 20.000,00
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