ANTIQUARIATO, AUTORI DEL XIX E XX SEC - I

190

Cesare Masini
(Bologna , 1812 - 1891)

Petrarca in viaggio verso Monterivo, 1839

Olio su tela
cm. 150x200

Firma, data e titolo sul verso.



Cesare Masini è considerato dalla critica, il maggiore dei pittori bolognesi di storia dell'Ottocento. Di formazione accademica, a questa sua iniziale educazione non venne mai meno, adoperandosi attivamente anche dal punto di vista teorico-critico nella difesa dell'accademismo scevro di qualsiasi contaminazione, romantica o purista (e più tardi naturalista) che fosse. Premiato più volte nei concorsi che si tenevano regolarmente presso l'Accademia Clementina, nel 1833 si aggiudica il «piccolo premio» curlandese con una prima versione del Petrarca, tela assai lodata dalla critica; nel 1836, vince invece il «gran premio» di pittura con L'abboccamento del somms pontefice Leone X in Bologna con il re di Francia Francesco I: sono i primi riscuntri del successo, raggiunto dalle opere del Masini, che, pochi anni dopo, a Roma, suscitano tale ammirazione che la forza pubblica è costretta a intervenire per disperdere la grande folla che vi s'assiepa davanti. Nella capitale il Masini era giunto nel 1839 su invito della duchessa di Sagan, i riconoscimenti continuano con l'elezione a membro dell'Accademia dei Virtuosi al Pantheon (Bgo) e la carriera progredisce con la nomina a presidente e professore di pittura dell'Accademía di belle arti Pietro Vannucci di Perugia, cariche che mantiene dal 1842 al 1845.  A Perugia va in mostra la grande tela Petrarca in viaggio verso Monterico, della quale, segala la crítica specialistica,  risultavano sino ad oggi purtroppo perse le tracce: si legga quanto scrive per la voce biografia dell'Enciclopedia Treccani (Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 71, anno 2008) Anna Chiar Fontana: «Presso l'Accademia umbra si conservano oggi solo carte d'archivio relative alla sua nomina e ai temi d'esame proposti agli studenti: nessuna traccia, purtroppo, delle tele Petrarca in viaggio per la certosa di Monterivo, I Siriani sconfitti cercano di salvare la vita (aB41 e Dalinda liberata da Rinaldo, presentate dal M. all'esposizione perugina del 1842 insieme con il Dante ambasciatore e con la Morte dei Carraresi». La studiosa riprende qui in toto quanto già lamentato nella scheda redatta da Alessandra Borgogelli in occasione della mostra svoltasi presso la Galleria d'Arte Moderna di Bologna dal titolo Dall'Accademia al vero, La pittura a Balogna prima e dopo L'Unità (catalogo della mostra, 1983). La biografia del pittore registra poi, in relazione a un'esposizione tenutasi nel 1851 a Odessa, notizie di un altro quadro riferito al Petrarca, oggi noto alla critica come Petrarca in viaggio per S, Giacomo di Compostella, tela anch'essa - segnalano ancora gli studiosi - perduta. Tuttavia, in merito a questo supposto secondo dipinto c'è da considerare il fatto che nella vita del Petrarca non si registra alcun viaggio a Santiago di Compostela, mentre l'unico episodio relativo a questo argomento è il suo incontro, lungo l'itinerario verso Monterivo, con le pellegrine che si recano al santuario spagnolo, con la maggiore delle quali il poeta si trattiene a parlare.

Ebbene, la grande tela oggi in Sardegna è certamente quel Petrarca in viaggio per la certosa di Monterivo che si credeva perduto: Petrarca in viaggio verso Monterivo, firma e data (1839, anno del trasferimento a Roma presso la duchessa di Sagan) compaiono sul retro del dipinto, di bella qualità e dimensioni davvero ragguardevoli (cm 150 x 200). L'opera ora rintracciata rappresenta il poeta fermo a discorrere con tre donne, che vistosamente portano appuntato sulle vesti il Pecten jacobeus, ovvero la conchiglia simbolo di san Giacomo: è quindi indubbio che si tratti delle pellegrine dell'episodio appena ricordato, che prima si credeva di dover erroneamente riferire a un ipotetico dipinto Petrarca in viaggio per Santiago di Compostela. Perciò se - come pare di poter affermare - la tela raffigurante questo episodio della vita del Petrarca è una sola, e non due, quella che è stata oggi recuperata è l'importante opera che in entrambi i casi si riteneva perduta, e che va in mostra per ben due volte, la prima nel 1842 a Perugia, la seconda nel 1851 a Odessa. Il Masini muore a Bologna il 20 giugno 1891.
Fonti e Bibl.: Intorno a due pitture storiche del professor C. M. di Bologna, rappresentanti La morte dei Carraresi signori di Padova e Dante Alighieri ambasciatore a Bonifacio VIII.., Bologna 1845; S. Lodovici, Storici, teorici e critici delle arti figurative d'Italia (dal 1800 al 1940), Roma 1946, p. 228; A. Borgogelli, C. M., in I concorsi curlandesi (catal.), a cura di R. Grandi, Bologna 1980, pp. 94-96; Id., C. M., in Dall'Accademia al vero. La pittura a Bologna prima e dopo l'Unità (catal.), a cura di R. Grandi, Bologna 1983, pp. 107 s.; G. Tiziani, Tre dipinti ottocenteschi inediti di C. M. e di Virginio Monti, in Boll. della Soc. tarquiniense di arte e storia, 1986, n. 15, pp. 179-184; A. Borgogelli - P. Stivani, La pittura nell'Ottocento, in Storia illustrata di Bologna. Bologna nell'età moderna: fatti, luoghi, caratteri, IlI, a cura di W. Tega, Bologna 1989, pp. 285 $., 290; A. Borgogelli, Antonio Puccinelli a Bologna. Gli anni nella città emiliana tra incomprensione e polemiche, in 8oo italiano, I (1991), 2, pp. 13-16, 18 s.; La pittura in Italia. L'Ottocento, Milano 1991, 1, ad ind.; II, pp. 908 s.; U. Thieme - F. Becker, Kinstlerlexikon, XXIV, p. 205; L. Servolini, Diz. illustrato degli incisori italiani.., p. 506. (A.C. Fontana, dal Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 71, anno 2008)

€ 25.000,00 / 35.000,00
Stima
Invenduto
Valuta un'opera simile