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Cesare Masini è considerato dalla critica, il maggiore dei pittori bolognesi di storia dell'Ottocento. Di formazione accademica, a questa sua iniziale educazione non venne mai meno, adoperandosi attivamente anche dal punto di vista teorico-critico nella difesa dell'accademismo scevro di qualsiasi contaminazione, romantica o purista (e più tardi naturalista) che fosse. Premiato più volte nei concorsi che si tenevano regolarmente presso l'Accademia Clementina, nel 1833 si aggiudica il «piccolo premio» curlandese con una prima versione del Petrarca, tela assai lodata dalla critica; nel 1836, vince invece il «gran premio» di pittura con L'abboccamento del somms pontefice Leone X in Bologna con il re di Francia Francesco I: sono i primi riscuntri del successo, raggiunto dalle opere del Masini, che, pochi anni dopo, a Roma, suscitano tale ammirazione che la forza pubblica è costretta a intervenire per disperdere la grande folla che vi s'assiepa davanti. Nella capitale il Masini era giunto nel 1839 su invito della duchessa di Sagan, i riconoscimenti continuano con l'elezione a membro dell'Accademia dei Virtuosi al Pantheon (Bgo) e la carriera progredisce con la nomina a presidente e professore di pittura dell'Accademía di belle arti Pietro Vannucci di Perugia, cariche che mantiene dal 1842 al 1845. A Perugia va in mostra la grande tela Petrarca in viaggio verso Monterico, della quale, segala la crítica specialistica, risultavano sino ad oggi purtroppo perse le tracce: si legga quanto scrive per la voce biografia dell'Enciclopedia Treccani (Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 71, anno 2008) Anna Chiar Fontana: «Presso l'Accademia umbra si conservano oggi solo carte d'archivio relative alla sua nomina e ai temi d'esame proposti agli studenti: nessuna traccia, purtroppo, delle tele Petrarca in viaggio per la certosa di Monterivo, I Siriani sconfitti cercano di salvare la vita (aB41 e Dalinda liberata da Rinaldo, presentate dal M. all'esposizione perugina del 1842 insieme con il Dante ambasciatore e con la Morte dei Carraresi». La studiosa riprende qui in toto quanto già lamentato nella scheda redatta da Alessandra Borgogelli in occasione della mostra svoltasi presso la Galleria d'Arte Moderna di Bologna dal titolo Dall'Accademia al vero, La pittura a Balogna prima e dopo L'Unità (catalogo della mostra, 1983). La biografia del pittore registra poi, in relazione a un'esposizione tenutasi nel 1851 a Odessa, notizie di un altro quadro riferito al Petrarca, oggi noto alla critica come Petrarca in viaggio per S, Giacomo di Compostella, tela anch'essa - segnalano ancora gli studiosi - perduta. Tuttavia, in merito a questo supposto secondo dipinto c'è da considerare il fatto che nella vita del Petrarca non si registra alcun viaggio a Santiago di Compostela, mentre l'unico episodio relativo a questo argomento è il suo incontro, lungo l'itinerario verso Monterivo, con le pellegrine che si recano al santuario spagnolo, con la maggiore delle quali il poeta si trattiene a parlare.