Firma in basso a destra. Sul verso: sulla tela timbro Galleria
Falsetti, Prato, con n 2636; sul telaio a matita sigla BG con n. 637; timbro Leoncini. Provenienza: Galleria Giraldi, Livorno; Galleria Farsetti, Prato, n. 2636, registrato anche con n. 1779.
Opera registrata presso l'Archivio delle Opere di Ottone Rosai a cura del Prof. Luigi cavallo, in data 6 maggio 2013.
Esposizioni: 1968, Omaggio a Ottone Rosai. Testo di A. Parronchi, agosto, Galleria Dolomiti, Cortina d'Ampezzo, mostra organizzata dalla Galleria Falsetti (ripr. in cat. tav. XXVIII).
Bibliografia: 2018, Luigi Cavallo, Ottone Rosai in una raccolta fiorentina, nota autobiografica di B. Morandi, collaborazione di O. Nicolini e A. Alibrandi. Gli ori, Pistoia, n. 23.
"Risalgono al 1919 le prime nature morte di oggetti; con l'osservazione dal vero di Rosai riflette in modo pacato sulla scelta dei colori, dando soluzioni composte alla materia. Mette in posa una ceramica, un'anforetta, un frutto, un vasetto con dietro una scatola e una lampada; non è facile immaginare un artista dal temperamento burrascoso come lui predisporre tali oggetti su un piano e ricavarne quindi un quadro in cui sono posti in valore toni e luci, proporzioni e spazi con funzioni squisitamente contemplative. Come a suggerire che il pittore segue ogni andamento delle emozioni e ha necessità anche di fermarsi su immagini raccolte e serenamente quotidiane."
Luigi Cavallo.