Ranieri Allegrani

(Pisa, seconda metà del XVIII sec.)

Olio su tela

cm. 72x57

Expertise a cura di Sandro Bellesi."[...] Interessante acquisizione all?iconografia di Chiara Gambacorti, della quale sono note varie raffigurazioni artistiche in terra pisana, l?opera presenta caratteri stilistici tipici della seconda metà del Settecento toscano, mutuati essenzialmente dalla lezione classicista e accademica fiorentina e dall?armonioso linguaggio figurativo di Giovan Battista Tempesti, punto di riferimento imprescindibile per lo studio della pittura pisana prima della svolta neoclassica.In base a tali considerazioni appare plausibile assegnare la tela al catalogo di Ranieri Allegranti, pittore pisano citato con apprezzamenti nelle fonti antiche e riemerso all?attenzione degli studi in tempi recenti grazie agli scritti di Roberto Paolo Ciardi. Artista del quale sono ignoti al momento gli estremi cronologici, l?Allegranti, avviato allo studio delle arti figurative sotto la guida del Tempesti, concluse con profitto i suoi studi a Firenze, dove divenne allievo del classicista Ignazio Hugford, promotore di un linguaggio accademico mutuato in prevalenza dagli insegnamenti del maestro Anton Domenico Gabbiani. Durante la sua permanenza nel capoluogo toscano, Ranieri Allegranti si distinse soprattutto per i buoni rapporti instaurati con l?Accademia del Disegno e per l?esecuzione di copie da quadri famosi, ammirati da importanti artisti del tempo, in particolare da Johann Zoffany. Al rientro a Pisa, l?artista dette inizio a una fiorente attività autonoma, caratterizzata in gran parte dall?esecuzione di dipinti sacri, deferenti alla lezione fiorentina del tempo e caratterizzati da originali licenze retrò in chiave cinquecentesca, soprattutto neo-correggesca. " (estratto dalla expertise)