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Lancia Aurelia B50, (1950)
Carrozzeria Pinin Farina.
Nel 1948, Gianni Lancia pensa alla sostituzione del modello di punta della Lancia, l’Aprilia, nata prima della guerra, ultima creazione di suo padre e che inizia a sentire il peso degli anni, nonostante le soluzioni tecniche ancora molto valide. La progettazione del nuovo motore è affidata a Francesco De Virgilio in Lancia dal 1939, coadiuvato da un team di grandi tecnici. Nasce il 6 cilindri a V con monoblocco in lega leggera e teste in alluminio e canne in ghisa ricambiabili. Quanto alla carrozzeria ci lavorano lo stesso Gianni Lancia con l’aiuto del grande
Vittorio Jano che partoriscono quella che sicuramente è la vettura più all’avanguardia di questi anni. Nasce l’Aurelia. La capostipite è la B10 presentata al Salone di Torino del 1950, dotata del 6 cilindri di 1750 cmc da 56 CV a 4000 g/m e raggiunge i 135 km/h di velocità. Il successo è enorme ed è venduta in oltre 5.000 esemplari.
Nel 1950 si approntano, come da tradizione Lancia, anche i telai per i carrozzieri esterni denominati B50 e B51.
Su telaio B50, la geniale matita di Pinin Farina disegna uno splendido
cabriolet quattro posti a due porte, con un gioco dinamico tra i parafanghi
anteriori e posteriori che animano così una fiancata che risulta slanciata e non massiccia come solitamente sono i cabriolet su telaio lungo.
La vettura che proponiamo è una B50 Pinin Farina del 1950, che ha
ancora la sua targa originale ed ha avuto due soli proprietari da nuova.
Completamente restaurata è stata la protagonista di un servizio su di una nota rivista automobilistica. Perfetta per partecipare a concorsi d’eleganza o per godersi il piacere del suo 6 cilindri in gite fuori porta.
La vettura è omologata ASI.