Anonimo, XVII sec.

L’intensa carica psicologica di questo raffinato ritratto seicentesco ci restituisce l’immagine di un giovane uomo dalla tipica fisionomia nord-europea; l’ovale allungato del viso dal mento importante, i capelli lunghi e lisci appena arcuati verso l’alto in prossimità delle spalle, le labbra sottili e serrate,l’iride grigioverde che si rivela insieme vitreo e in qualche modo dolce, la sproporzione anticlassica, o semplicemente verista del grande e prominente naso rispetto alla bocca. I baffi, così come le sopracciglia sono appena accennati,radi e sottili, una sorta di traduzione estetica di sobrietà di costumi e  rigore morale, valori particolarmente cari all’etica - quindi all’estetica - sia dello spirito del Cristianesimo riformato, sia degli artisti di cultura fiamminga operanti in Italia  e in Spagna ossequiosi verso i dettami della Controriforma. Anche l’austero abbigliamento fatto di linee semplici e di non-colori, impreziosito tuttavia dal morbido ampio colletto di visone,unitamente allo sfondo della figura a mezzo busto, una semplice, povera parete scialbata a calce, o più probabilmente un tocco ampio di ‘non finito’ tipico dei lavori preparatori per opere di maggiori dimensioni, sono tratti non casuali di sobrietà ed intimismo, amplificati in questo caso dalla sottolineatura luministica dell’ampia e alta fronte.